Dormito Della Grossa

Perdonatemi se parlo ancora di Della Grossa, ne avrete ormai abbastanza visto che dal ’72 di non ricordo quale secolo è l’argomento preferito dei maggiori salotti letterari, delle riviste letterarie, dei circoli letterari, delle sale d’aspetto dei medici, dei dentisti, dei parrucchieri e dei parrucconi, ma ci sono ancora due o tre cose che vorrei dire. Forse quattro. Non più di cinque, o sei. Ma magari sette, settetè cucù.

Come tutti sapete, Della Grossa ha scritto romanzoni da 70mila pagine molto interessanti, affastellati e variopinti, dettagliati ma vaghi. Tanti li hanno comprati vedendoli campeggiare dalle vetrine delle librerie di tutto il mondo. Tutti ne parlano, tutti ne ascoltano. Tutti ne tuttano. Ma nessuno mai è riuscito a leggere un suo romanzo per intero. Pochi hanno superato la metà delle pagine che li compongono. Tutti abbandonano la lettura nel corso del  percorso che percuote.

L’autore ha cercato più volte di suggerire che le sue opere andrebbero lette tra le righe. In quegli spazi bianchi che scivolano via senza far danno. E così si farebbe meno fatica e ci vorrebbe meno tempo a leggerli. Ma i lettori no, si ostinano. Il loro orgoglio di lettori fa sì che essi vogliano per forza leggere e così si accasciano lungo il cammino della lettura, sopraffatti dalle pagine, appesantiti dalle righe, sfiancati dalle parole. L’esser troppo orgogliosi alle volte rende orgoglioni.

Meno apprezzato di Dormito Della Grossa è suo fratello Dormito Abbastanza, i cui libri vengon letti da tutti e da tutti poco graditi. I romanzi di Dormito Abbastanza (sì, stesso nome di battesimo ma cognome diverso a causa di paternità diversa) sono molto più brevi e di facile lettura epperò non piacciono, che ci possiamo fare? Ma ci sarà modo di approfondire questo argomento in altra occasione. Oggi siamo qui per parlare di Dormito Della Grossa, se ancora non l’avete capito. Ebbene, la sua più famosa opera, “Monolito“, non si sa di che parla però vedrete che più avanti ne parleremo anche noi in un articolo molto ma molto approfondito. E chissà se capiremo.

monolito

Già la copertina di questo volume di SOLO 50mila pagine la dice lunga sulla profondità degli argomenti trattati. Si nota subito un catino che mai si riempe, ma allo stesso tempo che straborda l’acqua sul parquet! Ma perché?! E gli stracci non stanno a guardare, ma assorbono il liquido copioso dell’esistenza cercando di arginare i danni. L’acqua, che è così sfuggente e onnipresente, indispensabile e accogliente, ma che può essere subdola o minacciosa fino a sopraffarci ergendosi su di noi come un insormontabile monolito. Capito?

L’autore di questo capolavoro, quando si presenta ai lettori o nei salotti letterari, esordisce così: “Buongiorno, io sono Dormito!” E subito tutti i benpensanti si sollevano indignati a correggerlo. Neanche avesse sbagliato il congiuntivo!! Tutti a dire che il verbo ausiliare che deve essere utilizzato  con il verbo dormire è il verbo avere e non il verbo essere. Si dice Io HO dormito e non io SONO dormito. L’autore, stanco di dover spiegare ogni volta che lui si chiama Dormito ed è per questo motivo che può usare il verbo essere, lui e solo lui, be’ sì anche il fratello ma un po’ meno, esasperato da queste continue spiegazioni dunque, Dormito ha infine aggiunto un libro alla sua vasta bibliografia, un libro in cui (forse, almeno così si dice in giro, ma noi non siamo riusciti ancora a finirlo) si prodiga a spiegare il perché e il percome si senta in pieno diritto di esordire nei salotti letterari con la frase io SONO Dormito!!

dormito

Una prossima volta parleremo del libro, o forse solo della copertina, per questa volta ci fermiamo qui che ci sta venendo sonno.

Ah, per chi non lo sapesse, Dormito Della Grossa fa parte della corrente del Dormitismo, ma anche della corrente del Grossismo. Ma anche di questo parleremo una prossima volta.

(a cura di Mauro Smocovich)

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Monolito di Dormito Della Grossa (Mito Edizioni, 1992, pp.50mila circa – Euro 310 (ma ricordiamo che il libro non esiste)

Io SONO Dormito di Dormito Della Grossa (Mito Edizioni, 1992, pp 70mila circa – Euro 220 (ma ricordiamo che il libro non esiste)

3 commenti Aggiungi il tuo

  1. wwayne ha detto:

    Quando penso agli anni 70, la prima cosa che mi viene in mente è questo divertentissimo film: https://wwayne.wordpress.com/2014/05/09/agire-secondo-giustizia/. L’hai visto?

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    1. ismismismo ha detto:

      no, ma mi hai messo curiosità e lo cercherò, grazie!

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      1. wwayne ha detto:

        Se ti va, poi fammi sapere come l’hai trovato. Se invece non dovessi più sentirti, per me avertelo fatto scoprire è già una grande soddisfazione. Grazie per la risposta! 🙂

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